Un ponte d’oro da Nord a Sud dell’Italia per unire i distretti orafi, con migliaia di aziende coinvolte, in una sorta di patto di collaborazione che possa aumentare la redditività e la capacità competitiva e ridurre la maggiore criticità patita dal settore, che è quello della manodopera. Un percorso comune tra territori punti di riferimento del comparto, eccellenza del Made in Italy – necessario per soddisfare la domanda nazionale e internazionale di manifattura di qualità – che prevede prima una “Gold Community”, quindi una collaborazione sempre più stretta che si svilupperà attraverso due momenti nel 2023: a marzo per la stesura di un codice etico e a maggio per un ulteriore incontro tra distretti al fine di programmare eventi congiunti.

Se n’è discusso al convegno “Collaborare per competere“, organizzato da CNA Orafi a Marcianise, in Terra di Lavoro, nella Sala Congressi di Oromare, centro orafo dove sono presenti oltre 200 aziende provenienti dalle tre aree della Campania nelle quali storicamente si lavorano l’oro e le altre pietre preziose: Torre del Greco per i coralli, Marcianise e Borgo Orefici a Napoli per l’oro. Presenti i rappresentanti dei tre distretti orafi italiani più importanti, ovvero Arezzo, Vicenza e Valenza Po, e del comparto orafo campano, che non è ancora un distretto. Duemilatrecento aziende in Campania con 1500 addetti, 1300 nel distretto di Arezzo con 8mila lavoratori, 800 aziende con 5mila addetti a Valenza Po, mentre a Vicenza le aziende sono 900 e 9mila gli addetti.

Nei primi sei mesi del 2022 Arezzo ha esportato prodotti per 1,5 miliardi di euro, Vicenza un miliardo e Valenza 900 milioni. Questi i numeri di un comparto in salute ma che ha bisogno di unire le forze tra le aree territoriali di riferimento, tra i tre distretti e l’area campana in particolare, che conta il maggior numero di aziende ma, in proporzione, un numero basso di addetti, dove manca un organismo unico come il distretto, che nonostante una tradizione millenaria non è stato ancora creato. Un contesto come Oromare, che offre alle aziende un posto dove poter produrre in tranquillità e con le migliori apparecchiature, è una risorsa da sfruttare.

Arduino Zappaterra, presidente nazionale di CNA Orafi, proveniente dal distretto di Vicenza, da tempo ha avviato un dialogo con i produttori campani, sebbene non sempre corrisposto, e afferma, rammaricandosi dell’assenza di rappresentanti della Regione che “è necessaria una collaborazione tra i vari territori, che io auspico. Ma per crescere insieme dobbiamo collaborare, ed è da tempo che invio segnali alla Campania. A noi manca manodopera ma non possiamo venire qui, come si faceva tanti anni fa, per prendere i migliori talenti e portarli al Nord; è necessario invece che le aziende campane crescano e si uniscano in un distretto orafo, che ancora non esiste in Campania. Per questo mi rivolgo alla Regione, che deve creare il distretto“.

Fabrizio Checchin, rappresentante del distretto di Valenza Po, afferma che “ormai i brand più importanti sono sempre più presenti e commissionano tanti lavori che non riusciamo a fare per mancanza di manodopera, per questo è necessaria la collaborazione con le aziende del Sud”.

Per Giuseppe Oliviero, presidente di CNA Campania Nord, “la Confederazione deve mettere assieme le aziende, creare opportunità e portare ricchezza sui territori: lo si fa anche avendo la capacità di creare ponti tra distretti produttivi del Paese. Stare insieme aiuta nei momenti di difficoltà”.

 

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